Mi piace come scrive: è fresca e positiva, una persona interessante e con un bel timbro vocale. La ascolto volentieri, sono contenta che ci sia questa novità nel panorama cantautorale femminile italiano.
Ornella Vanoni
Dal curriculum sembra una vestale della musica: dal coro della parrocchia al Premio Tenco, passando per viaggi, spettacoli, progetti in ogni dove. Ma alla fine è il suono semplice e limpido, insieme al senso per “le cose che non puoi vedere”; è l’immateriale come materia prima di un candido soul che premia anime innocenti.
Pier Andrea Canei, Internazionale
Cantautrice speciale, una delle migliori proposte nell’ambito della canzone d’autrice di oggi. Lei è Erica Boschiero, cantautrice veneta la cui cifra stilistica più chiara è la grazia del racconto.
Elisabetta Malantrucco, Rai Radio Techetè
Cosa rimarrà in un futuro lontano delle canzoni che ascoltiamo oggi? Quanto riescono a resistere, le canzoni, allo scorrere del tempo e al mutare delle società? Resteranno i brani di coloro che sapranno scrivere belle canzoni nude, per le quali nella maggioranza dei casi una voce su uno strumento basta e avanza. E’ questo il caso di Erica Boschiero, che poggia saldamente sui cantautori storici e dà l’impressione di seguire l’ispirazione autentica della migliore canzone di qualità.
Paolo Talanca, Avvenire
Una grazia gentile, che nasconde con eleganza, forza e personalità: lei, cantautrice veneta, arriva da un percorso importante, e da diversi riconoscimenti, e quando scrive sfiora certe tintinnanti dolcezze westcoastiane, e una classicità da canzone d’autore italiana nei testi, lontani da ogni superficialità.
Guido Festinese, Il Manifesto
La voce di Erica Boschiero ci porta dentro un mondo per nulla scontato. Lei ha qualcosa da dire e ogni volta lo dice in maniera diversa, pur mantenendo imperturbato il proprio stile, o sarebbe meglio dire la propria poetica. Se proprio dobbiamo inserirlo nella compagine culturale del nostro secolo, non dobbiamo cercare solo nella musica, ma anche nella poesia.
Marco di Pasquale – L’isola che non c’era
Tra le molte espressioni cantautorali femminili d’Italia, quella di Erica Boschiero è particolarmente felice. In questo disco le canzoni non servono solo a raccontare storie, ma a cercare un’atmosfera particolare in cui coinvolgere l’ascoltatore. Quella del respiro della terra e degli altri esseri umani. L’ispirazione è rappresentata da flora e fauna con cui l’essere umano si deve rapportare, anzi, respirare.
Michele Manzotti, La Nazione
Ma sarebbe davvero una gran cosa se un discografico illuminato puntasse forte sul talento della veneta Erica Boschiero e sul suo sforzo di rinnovare la canzone d’autore nel segno della ricercatezza formale, caratteristica che non le impedisce di fare davvero quello che tutti sbandierano, ovvero raccontare storie. Impetuosa senza essere sguaiata, raffinata senza risultare stucchevole, Erica Boschiero è un’autrice e interprete matura. De Andrè le scorre nelle vene, come il Sudamerica e la musica di strada: da qui nasce la sua attenzione alle piccole cose che passano inosservate, alle vite ordinarie che la Storia trascura, a domatori di canarini che raccolgono i canti in barattoli di vetro, ad accordatori di pianoforti, a custodi di sipari, ai racconti natalizi della nonna.
Valerio Rosa, L’Unità
Erica Boschiero ci incanta con una voce che, fosse nata nella west coast nei primi anni Settanta, la vedrebbe ora indicata come regina di un genere che lei prova a fare suo in italiano.
Michele Monina, Il tasso del miele
Per Erica Boschiero l’immersione avviene attraverso una sinestesia globale, in cui tutti i sensi sono partecipi: si ascolta con la vista, si contempla con l’udito, in un’immaginazione di profumi, portati dal respiro del vento forte di montagna […]un lavoro che riesce a instaurare una relazione dinamica ed evocativa con l’ascoltatore: le immagini, fluttuanti e dai coloro tenui, insieme ai canti, conducono a lasciarsi afferrare dal vento poetico delle montagne per comprendere forse un po’ di più la bellezza e la complessità dell’incessante cammino umano.
Claudio Zonta – Civiltà cattolica
Il suo nuovo lavoro [Respira] è ricolmo di grazia e incanto e terso ed essenziale come un soffio vitale.
Francesca Odette Croxignatti, Musicalnews
Un album spensierato che fa pensare, delicato eppure di una inscalfibile robustezza interiore, aereo e insieme sottomarino e terrestre: Respira ci parla di migranti ancorati al fondo del mare oppure ai campi di pomidoro, di mani di uomini che abusano e straziano donne, foreste e animali, di amore che si nutre di bellezza e diversità, di protezione, sempre, di alberi spazzati via da un vento inarrestabile, fino alla passeggiata finale con Neri Marcoré in un campo di grano dopo la tempesta. Dimenticate la banalissima definizione “un menestrello fatto donna” e ascoltatela, è un’artista rara, pregiata, che parte da valori importanti e da una precisa identità culturale per lanciare sonde nel profondo del nostro sentire.
Raffaello Carabini, spettakolo.it
Respira: gran disco da una gran voce: dal dramma dell’immigrazione ai problemi ambientali, dalla violenza sulle donne alla ricerca d’amore… con la sua semplicità, la Boschiero mi ha ricordato il Bob Dylan più folk e impegnato.
Diego Alligatore, Smemoranda.it
Ha vinto una che porta una bella luce sul palco, suonando da sola, con la voce che ti risucchia nelle emozioni. Mi ricorda Joni Mitchell quando cominciò e la gente restava sorpresa e disarmata. Stessa semplice intensità.
Sandro Petrone, TG2 (in occasione della vittoria a Botteghe d’Autore 2009)
Radio 2 Social Club con Neri Marcorè
Intervista di E. Malantrucco, Rai Radio Techetè – Respira
L’Isola che non c’era – Respira
Roberta Giallo per MEIweb 27.04.2021
I cantautori cantano i bambini – Radio Televisione Svizzera
Avvenire – Intervista di Andrea Pedrinelli (30.07.2019, pag. 23)
Civiltà Cattolica – E Tornerem a baita
Il Fatto Quotidiano – Caravanbolero
L’isola che non c’era – Caravanbolero
Il Velino – Erica vince il Premio Lunezia 2015
Tempo Reale (pag. 4, per Ballate di China)